VOI SIETE I TRALCI

Cari fratelli e sorelle, poco meno di un mese abbiamo parlato della vera vite e del vignaiuolo. Abbiamo visto che solo Gesù è la vera fonte della vita e che il Padre è Colui che recide o che purifica i tralci che provengono dalla vite.

Oggi vogliamo occuparci dei tralci. Vogliamo capire chi sono e ciò che possono o devono fare. Per farlo, leggiamo nuovamente il brano dell’ultima volta.

Giovanni 15:1-11
«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto lo toglie via, e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.
Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli. Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.
Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa.

L’ultima volta abbiamo visto che i tralci sono i cristiani. Sia quelli che hanno una vera fede in Cristo, sia quelli che in realtà non hanno fede. Ogni tralcio è chiamato a portare frutto, ma chi non lo porta viene tagliato dalla vite che è Gesù. Infatti, così come l’obiettivo del tralcio è quello di portare frutto, così il credente è guidato dallo Spirito Santo a compiere opere secondo la volontà di Dio.

Gesù dice: Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata.

Non posso qui parlare dell’impurità e della purificazione che gli ebrei facevano nei tempi antichi. Quello che a noi interessa è però sapere che la parola di Gesù purifica.
Nella lettera agli Efesini Paolo dice che Gesù ha amato la Sua chiesa non solo dando tutto sé stesso, ma anche purificandola con la Sua parola.

E ora vi chiedo, quante volte ci laviamo le mani ed il viso in un giorno? E quante volte apriamo la bibbia o meditiamo sulla parola di Dio durante una giornata?
Se abbiamo le mani sporche non ci mettiamo a tavola a mangiare. Eppure, di nutriamo quotidianamente di informazioni che vengono da questo mondo senza nemmeno aver dedicato un po’ del nostro tempo alla voce del nostro Signore.

Lavarsi il viso serve anche a rinfrescarsi. Ma quante volte in un giorno siamo disposti a farci rinfrescare la nostra coscienza e le nostre idee attraverso la parola di Dio?

L’igiene personale è importante per la salute, previene le malattie infettive e dona benessere psicologico. Quanto più allora l’utilizzo quotidiano della parola di Dio ci darà salute spirituale, prevenzione del peccato, benessere psicologico. Se trascuriamo di lavarci con la parola di Dio ci sentiremo sporchi, malati, la nostra mente si annebbierà e cadremo molto più facilmente nelle tentazioni.

Gesù dice ai suoi discepoli: Dimorate in me, e io dimorerò in voi.

Questo è sia un comandamento che una promessa di Gesù. Gesù ci chiede di restare insieme a Lui e ci promette che lui resterà sempre con noi.

Il comandamento di Gesù è: Restate in me! Non ci sono condizioni. Non c’è scritto ad es. Quando le cose vi vanno male, restate in me. Oppure: Una volta sistemata la vostra vita potete restare in me. Gesù ci chiede di restare in Lui indipendentemente dalle circostanze e dal nostro stato d’animo.

La promessa di Gesù è: Io dimorerò in voi. Gesù ci promette di restare con noi per sempre. Questo può avvenire solo se abbiamo veramente dato la nostra vita nelle Sue mani. Il vignaiuolo, cioè Dio, sa quali sono i tralci che portano o che porteranno frutto. Dio purifica questi tralci affinché portino maggiore frutto e veglia affinché questi tralci rimangano attaccati alla vite, per sempre.

Ma Gesù dice anche: Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.

Restare con Cristo è la condizione indispensabile per compiere opere eterne gradite a Dio. Gesù ci ricorda che il tralcio, con le sole proprie forze, non può portare alcun frutto. Questa verità è alla base dell’insegnamento cristiano.
L’apostolo Paolo ne parla nella lettera agli Efesini, capitolo 2, versetti da 8 a 10.

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti, siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

Non siamo certo noi, semplici mortali, umili peccatori, a poter capire quali sono i pensieri e i progetti di Dio. Certo, sappiamo che dobbiamo avere fede in Lui e nella Sua parola, ma quante volte siamo costretti a chiederci cosa è veramente giusto fare. Per questa ragione, Dio ha già preparato le opere che faremo.

Il compito del credente non è tanto quello di pianificare ed organizzare, ma piuttosto quello di capire ciò che Dio ci mette davanti agli occhi e di agire di conseguenza. La bibbia ci insegna che Dio ci conosce meglio di quanto noi stessi ci conosciamo.
Se Dio ci ha preparato un’opera e ce la mette davanti, è perché Lui sa meglio di noi ciò che noi siamo in grado di fare e ci darà anche la forza e gli strumenti per compierla. Questa è la fede che Dio ci chiede di dimostrare con le nostre opere.

Con questo non voglio dire che i cristiani o le comunità cristiane non debbano organizzarsi e non debbano avere progetti, Dio ama vedere lo zelo dei Suoi figli. Quello che però non dobbiamo fare è continuare con i nostri progetti e con le nostre idee, quando è evidente che Dio ha preparato qualcosa d’altro per noi.

Se i tralci si ostinano a produrre foglie tolgono forza e vitalità ai frutti. Per questo motivo Dio, il vignaiuolo dovrà intervenire purificando i tralci e togliendo le foglie in eccesso.

Ascoltiamo di nuovo Paolo che parla dell’opera che lui e Apollo hanno compiuto a Corinto. Leggiamo la prima lettera a Corinzi, capitolo 3, dal versetto 5 al 7:
Che cos’è dunque Apollo? E che cos’è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; così come il Signore ha concesso a ciascuno. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!

Cari fratelli e care sorelle, ciò che oggi vediamo davanti ai nostri occhi non è una comunità che si è formata grazie alle capacità di alcuni tra di noi, ma solo e solamente perché Dio la ha voluta formare e che la fa crescere. Noi possiamo seminare predicando e insegnando la parola, possiamo innaffiare cercando di non lasciare indietro le anime più bisognose, ma è Dio che fa crescere la Sua chiesa.

D’altra parte, non vi è mai capito di seminare qualche cosa nell’orto o in vaso, di aver innaffiato con molta cura per molto tempo per poi alla fine non vedere nulla che sbuca fuori dal terreno? A me è capitato e non solo sul balcone o nel giardino di casa mia, ma anche nel campo spirituale che io pensavo che il Signore mi avesse indicato. In quel campo non è cresciuto nulla perché il Signore non lo voleva. Non voglio entrare adesso nei particolari, ma chi conosce la storia di come è nata questa nostra comunità sa benissimo a cosa mi riferisco.

Gesù dice: Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.

Chi non resta in Gesù diventa come un ramo secco, buono solo per fare fuoco. Questo ci dice questa persona andrà nello stagno fuoco, all’inferno.
Ma non c’è solo questo. Essa dice anche che tutte le opere fatte da un credente al di fuori di Cristo verranno bruciate il giorno che compariremo davanti al trono di Cristo.

Ancora una volta andiamo a leggere nella prima lettera ai Corinzi e leggeremo alcuni versetti che vengono subito dopo quelli che abbiamo letto poco fa.

Prima lettera ai Corinzi 3:11-15 poiché nessuno può porre altro fondamento, oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù. Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.

Cari fratelli e care sorelle, come cristiani abbiamo sempre il compito di chiederci se ciò che facciamo in nome di Gesù o per Gesù, lo facciamo veramente secondo la Sua volontà. E qui mi riferisco a tutte le opere che facciamo: fare un’offerta, aiutare un fratello in difficoltà, dare una buona parola, visitare i malati, ecc.

Ci sono tantissimi modi per servire Gesù, ma non dobbiamo mai dimenticare che il motivo per il quale facciamo questo deve essere solamente quello di donare ad altri l’amore che Cristo ha donato a noi. Non dobbiamo fare nulla aspettandoci di ricevere qualcosa in cambio perché abbiamo già ricevuto molto di più di ciò che meritiamo.

La chiesa di Cristo non è un’associazione caritatevole, non è nemmeno un club di intellettuali o un luogo dove si praticano riti salvifici. La chiesa di Gesù è il Corpo di Cristo e questo corpo ha una sola testa da cui partono tutti i gesti volontari.
Questo corpo ha una sola mente, da cui nascono tutti i pensieri che Dio gradisce. Questo corpo è fatto di tante membra. Ogni membro ha una sua specifica funzione e agisce secondo le indicazioni della testa e in sintonia con le altre parti del corpo.

È per questo cari fratelli e care sorelle che noi crediamo in un modello di chiesa dove non ci sono persone a cui possiamo delegare le opere che Gesù ha preparato per noi personalmente. Tutti sono chiamati a fare la loro parte, perché tutti sono membra del Corpo di Cristo e Gesù ha un programma per ogni suo figlio e figlia.

Lasciatemi concludere con l’ultima frase che abbiamo letto all’inizio. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa.

La gioia nel Signore è il dono più grande che possiamo ricevere su questa terra. Certo, la gioia che avremo nel giorno in cui vedremo Gesù faccia a faccia sarà incomparabile, ma fintanto che viviamo su questa terra non siamo necessariamente destinati alla sofferenza e al pianto, ma bensì alla gioia. Gioire nel Signore è possibile e oltretutto è anche l’unica vera gioia che esiste in questo mondo.

Se però ci sobbarchiamo di impegni e di pensieri perché vogliamo servire al meglio il Signore e al tempo stesso cerchiamo di soddisfare anche tutti i nostri desideri è molto probabile che la gioia si tramuterà in fatica, stress, amarezza, delusione. Se perdiamo la gioia nel Signore, il nostro tralcio produrrà tante foglie ma poco frutto.

Gesù non vuole questo da noi. Gesù ci vuole veramente felici.

Amen.

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