Io sono la risurrezione e la vita

Cari fratelli e sorelle, con la predica di oggi continuiamo a riflettere sui numerosi “IO sono” che Gesù pronuncia nel Vangelo di Giovanni.

Questa è la nona predicazione che dedico a queste solenni affermazioni del nostro Signore, ma in realtà si potrebbe continuare con molte altre riflessioni. Infatti, riflettendo su ciò che Gesù dice di essere non solo scopriamo quanto è grande il nostro Signore, ma ci rendiamo anche conto che per un essere umano non è possibile conoscere il Signore in ogni Suo aspetto.
Infatti, come abbiamo già visto, Egli è il Dio onnipotente ed eterno e noi, anche se fatti a Sua immagine e somiglianza, siamo comunque delle creature mortali.

Tuttavia, la Bibbia ci promette che un giorno potremo conoscere Gesù come Egli è veramente. È una promessa molto importante e vorrei leggerla insieme a voi.
Leggiamo dalla prima lettera dell’apostolo Giovanni, capitolo 3, versetto 2: Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è.

L’apostolo Paolo aggiunge a questa importante promessa di Giovanni un dettaglio altrettanto importante. Il nostro corpo mortale verrà trasformato e assumerà la stessa forma gloriosa di quello di Gesù.
Leggiamo insieme anche questa promessa che possiamo trovare nella lettera di Paolo ai Filippesi, capitolo 3, versetti 20 e 21:
Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.

Cari fratelli e care sorelle, la nostra fede in Gesù non solo ci consentirà un giorno di vedere il nostro Salvatore in tutta la Sua gloria, ma ci consentirà anche di assumere una forma di vita come quella di Gesù. E questa forma di vita, questa modalità di esistere è quella che avremo poi per tutta l’eternità.

Infatti, se ci pensiamo bene, non è questa nostra vita terrena e nemmeno questo nostro corpo che ci accompagneranno per la maggior parte della nostra esistenza, ma il contrario. È proprio questo corpo, questa nostra dimensione terrena fatta di carne ed ossa ad essere transitoria e di poca durata. Infatti, che cosa sono 60, 80, 100 anni confronto all’eternità?

La Bibbia insegna infatti che l’uomo, o per meglio dire, l’anima, è immortale.

Però la predica di oggi non si occuperà della vita eterna, ma piuttosto del passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. Oggi parleremo della risurrezione.

Il brano biblico di oggi è tratto dal Vangelo di Giovanni e, come già detto, riguarda uno dei numerosi “IO sono” che ha pronunciato il nostro Signore Gesù.

Leggiamo dal Vangelo di Giovanni, capitolo 11, i versetti da 23 a 27:
Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo».

Siamo a Betania, un villaggio poco distante da Gerusalemme. Tra pochi giorni il popolo festeggerà la Pasqua ebraica in cui Gesù festeggerà la Sua ultima cena con i discepoli. Il Vangelo ci racconta che Lazzaro, fratello di Marta e amico di Gesù, era morto da quasi 4 giorni. Marta era delusa dal fatto che Gesù non era arrivato in tempo per salvare Lazzaro da una malattia mortale. Ma dal racconto biblico sappiamo anche che in realtà Gesù aveva tardato apposta.

Gesù compie quello che forse è il miracolo più clamoroso: Resuscita un morto! Ma leggendo questo racconto dobbiamo stare molto attenti perché in questo brano, Gesù non opera la medesima risurrezione di cui parla anche Marta. Ovvero della risurrezione generale che avverrà alla fine dei tempi.
Quella di Lazzaro è una risurrezione temporanea che non dà la vita eterna. Perché, se è vero che Lazzaro era morto e che è stato riportato in vita, è anche vero che Lazzaro morirà di nuovo, come tutti gli altri uomini.

Quello che leggiamo in questo brano è un segno miracoloso che Gesù compie allo scopo di rendere evidente che Lui ha il potere di dare la vita ai morti.
E questa, si badi bene, è una cosa che può fare solo Dio.
Ma vi è un altro aspetto importante: Gesù opera questo miracolo per informarci che Lui stesso è la risurrezione di cui parlano le scritture sacre.
Lui solo è la risurrezione che dona la vera vita eterna.

Infatti, Gesù dice: “IO sono la resurrezione e la vita”

Dobbiamo capire bene che cosa intende Gesù con questa affermazione.

Cominciamo con il fatto che Gesù dice di essere la vita.
Abbiamo già visto questo aspetto nella predicazione in cui abbiamo parlato di quando Gesù dice: Io sono la via, la verità e la vita. Non torno quindi sull’argomento. Ricordo solo che con questa affermazione, Gesù ci sta dicendo che solo Lui dona la vera vita eterna. Essa sarà una vita eterna da vivere insieme a tutti gli altri credenti. Una vita eterna in cui non ci sarà il peccato, la morte, il dolore, le lacrime. Si abiterà per l’eternità nella Gerusalemme celeste dove Dio e il Suo Agnello avranno piena comunione con i loro figli.

Ma anche quando Gesù dice di essere la risurrezione, dobbiamo capire bene che cosa si intende con questa parola.

Marta parla di risurrezione facendo riferimento alle scritture, perché conosceva il libro del profeta Daniele, dove al capitolo 12, versetto 2 troviamo scritto:
Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia.

La resurrezione che avverrà nell’ultimo giorno che Dio ha stabilito per tutta l’umanità è il momento in cui si rivela il destino di ogni essere umano.
Chi, durante la propria vita terrena, ha messo la propria vita nelle mani del Salvatore e ha perseverato fino alla fine, sperimenterà la risurrezione di vita.
Gli altri quella del giudizio e della vergogna eterna.

Gesù ci chiama, Gesù è paziente con tutti, ma Dio non aspetta in eterno.
La Bibbia insegna che gli uomini muoiono solo una volta, dopo di che viene il giudizio. Una volta finita la nostra vita su questa terra, arriverà il giudizio.

Non dobbiamo pensare che ci sia sempre un domani a disposizione per convertirsi, perché domani potremmo non essere più su questa terra.
Infatti, l’unico domani su cui vale la pena contare è solo quello con Gesù.

Vicino alla croce di Gesù c’erano altre due croci su cui erano stati condannati a morte due malfattori. Gesù era in mezzo a loro e li ascoltava.
Uno aveva parole di pentimento e di fede verso il Messia, l’altro lo insultava.
Uno aveva capito che Dio lo aveva chiamato proprio in quel momento, l’altro no.
Uno aveva capito che l’unico domani possibile era quello con Gesù, l’altro no.
Tutti e due risusciteranno. Uno per stare in paradiso con il Messia, l’altro no.

A questo punto lasciamo che sia Gesù stesso a dirci qualcosa in più rispetto a questo importante evento che riguarda ogni essere umano.
Leggiamo dal Vangelo di Giovanni, capitolo 5, versetti 28 e 29:
Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio.

La Bibbia ci insegna che tutti gli esseri umani resusciteranno nel giorno stabilito da Dio. Se hanno operato bene, la loro resurrezione sarà per la vita, altrimenti sarà per ricevere la condanna di Dio e il loro destino è l’inferno, il lago di zolfo.

È un’informazione importantissima, una questione di vita o di morte, se per morte intendiamo un’eternità trascorsa nelle pene dell’inferno.

Gesù ci dice che questa decisone dipenderà dal nostro operato.
Ma cosa significa operare bene e cosa significa operare male? Si tratta di una cosa di grandissima importanza perché, se operiamo male il nostro destino è quello di venire giudicati e di trascorrere il resto dell’eternità nella sofferenza.

La risposta a questo quesito così importante la vedremo tra poco, perché prima però vorrei chiarire che l’inferno è qualcosa di reale e di terribile.

Non è certo un caso che nella Bibbia sono proprio i vangeli a parlarne di più.
Se da un lato Gesù è venuto a portare amore e perdono, dall’altro è anche venuto per ricordare a tutti gli uomini che esiste un inferno. E forse è proprio perché l’infermo è un luogo terribile, che Gesù ha donato tutto sé stesso per liberarci dal peccato che conduce alla morte spirituale e quindi dall’inferno.

Vediamo ora solo tre dei numerosi brani in cui Gesù parla dell’inferno.
Non faccio commenti, perché le parole di Gesù sono più che sufficienti. Chiarisco solo che, quando Gesù parla di “geenna”, intende appunto l’inferno.

Marco 9:47-48
Se l’occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due occhi ed essere gettato nella geenna, dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne.

Matteo 13:41-42
Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.

Matteo 25:41
Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!

In altri brani Gesù ne parla come di un luogo di punizione immerso nelle tenebre.

Riassumendo, possiamo capire che l’inferno è un luogo di tenebre dove si soffrirà per l’eternità a causa di un fuoco eterno.
Inoltre, veniamo anche a sapere che l’inferno è un luogo preparato per il diavolo e per gli angeli decaduti (demoni).

Da un punto di vista spirituale l’inferno è il luogo in cui l’essere umano è completamente ed eternamente separato da Dio. Un luogo in cui comanda è Satana insieme ai suoi demoni.

Non è bello parlare di queste cose, ma è necessario.

Non possiamo far finta di niente di fronte a questa verità.
Non possiamo tacere di queste cose, perché la Bibbia ci insegna che una volta che la morte fisica ci avrà preso, non ci sarà più ritorno.
Il pentimento e la conversione son atti che si deve compiere da vivi.

Ad eccezione delle poche persone materialmente resuscitate di cui ci parla la bibbia, nessun morto è mai tornato fisicamente in vita.

Per chiarire questa cosa possiamo ascoltare Gesù quando ci parla anche di un altro Lazzaro. Questo Lazzaro era molto povero e molto umile. E in questo racconto, Gesù ci racconta anche di un ricco, ci cui però non fa il nome.
La storia, che molti di voi già conoscono, ci spiega che ambedue muoiono:
il ricco va a finire all’inferno, mentre Lazzaro va in paradiso.
Il ricco era tormentato dal fuoco, mentre Lazzaro, dopo i tanti tormenti passati nella sua vita terrena viveva finalmente in pace al cospetto del Padre.

Questa storia ci spiega perché Dio non fa ritornare in vita gli uomini per dare loro una nuova chance per convertirsi. Infatti, alla fine del racconto, alla richiesta del ricco di far tornare qualcuno dai morti per avvisare gli altri che l’inferno esiste davvero, Dio risponde: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita”. In altre parole, Gesù ci dice che, se da vivi non crediamo nella parola di Dio, non scamperemo dall’inferno.

Carissimi tutti, credenti e non ancora credenti, Dio ha stabilito un tempo per tutto. C’è infatti un tempo per vivere ed uno per morire. Grazie a Dio non sappiamo il tempo in cui la nostra vita finirà, ma sappiamo che, quando dalla nostra gola uscirà l’ultimo respiro, non sarà più possibilità di tornare indietro. Se non avremo già dato la nostra vita in mano al Signore Gesù Cristo, andremo nel luogo di cui abbiamo appena parlato e in cui nessuno di noi vorrebbe finire.

Dio ci chiede una conversione consapevole, nel pieno delle nostre capacità cognitive, proprio perché la vita eterna insieme a Lui è un dono che noi dobbiamo apprezzare in tutta la sua grandezza.

Non ci sono scorciatoie per giungere alla fede, non ci sono sotterfugi o riti per avere la salvezza, non ci sono preghiere che possono salvare i morti.

Arriviamo così al quesito di prima.
Se il luogo in cui trascorreremo la nostra vita eterna dipende dal nostro operato su questa terra, che cosa vuol dire operare bene?

La risposta più diretta ce la dà Gesù stesso.
Leggiamo dal Vangelo di Giovanni, capitolo 6, i versetti da 27 a 29:
Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo». Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Ecco, in definitiva questa è l’unica vera opera che siamo chiamati a fare affinché, nel giorno della risurrezione dei morti, saremo contati tra coloro che vivranno per sempre nella pace che solo Gesù può dare e non tra quelli che condivideranno l’eternità con Satana che vive nelle tenebre e nel fuoco.

Una sola opera, la più importante in assoluto: Credere in Gesù Cristo!

Ma che garanzia abbiamo di risuscitare nel giorno fissato da Dio? Si potrebbe semplicemente rispondere che è una questione di fede, ed è vero.
Ma il Nuovo Testamento ci dà anche un’altra garanzia: quella dei testimoni oculari. Senza entrare troppo nei particolari, è importante sapere che il Gesù risorto è stato visto da più di 500 persone e che quando sono stati pubblicati i vangeli molti di questi testimoni oculari erano ancora in vita.

Forse si può mettere in dubbio la veridicità di questi racconti, ma anche qui vi è da ricordare che, se mettiamo in discussione i manoscritti più diffusi che l’antichità conosce (i vangeli), dobbiamo mettere in discussione ogni resoconto storico basato su testimonianze scritte dell’epoca. E questo è impensabile.

Per concludere vi è un’altra cosa importante da ricordare:
Paolo ci dice che Gesù è la primizia di ogni risurrezione. La risurrezione di Gesù è la migliore garanzia del fatto che chi crede in Lui risorgerà nel giorno del Signore!

Ora capiamo meglio perché Gesù ci dice: IO sono la risurrezione e la vita!

Amen

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