Dopo il diluvio

Sembra un capitolo poco interessante, ma è ricco di insegnamenti. Siamo nella fase post-diluvio e il rapporto tra Dio e l’uomo matura piano piano con il passare del tempo.
Dio parla con Noè e affronta alcuni temi che sono importanti da analizzare:

  • Il rapporto con gli animali. Leggiamo Genesi, capitolo 9, i versetti da 2 a 4 e da 9 a 11:
    Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo.
    Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde; ma non mangerete carne con la sua vita, cioè con il suo sangue.

    «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra. Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».

Dopo l’entrata del peccato nel mondo anche gli animali subiscono delle conseguenze. Il rapporto fra uomini e animali si modifica. Gli animali diventano predatori e gli uomini cacciatori. Viene introdotta la legge del più forte. Non siamo più nell’Eden, dove tutti erano vegetariani, ora ognuno cerca di sopraffare l’altro.
Qui Dio da disposizioni diverse e permette all’uomo di mangiare la carne. Forse perché vuole stabilire una gerarchia netta tra uomini ed animali, oppure perché sa che l’uomo tenderà a divinizzare l’animale ed adorarlo al posto di Dio, e questo non gli piace. Anche oggi vediamo popoli che adorano vacche sacre, scimmie sacre e perfino topi sacri.

Tuttavia, resto colpito dal fatto che quando Dio propone un patto, dove si impegna a rispettare la vita dell’uomo e a non mandare più un diluvio distruttivo sull’umanità, estende questo patto anche a tutti gli animali.
Davanti a Dio gli animali hanno un valore giuridico e questo dimostra quanto sono vicini al suo cuore. Lui li ama e li vuole rassicurare, esattamente come fa con gli uomini. Questo mi fa riflettere sul fatto che anche noi uomini dovremmo impegnarci ad amare, rispettare, a non uccidere gli animali per gioco o per sport, perché questo rispecchia il cuore di Dio per loro.

Dio aveva previsto questo nel giardino dell’Eden e ognuno di noi dovrebbe impegnarsi a rispettare l’ordine che Dio aveva stabilito nell’Eden, prima dell’entrata del peccato nel mondo. Anche la scelta di un credente di vivere secondo dei principi “vegetariani” è coerente con questa scelta, anche se non è un comando di Dio.

  • Il problema del sangue. Leggiamo Genesi, capitolo 9, i versetti da 5 a 7:
    Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell’uomo alla mano dell’uomo, alla mano di ogni suo fratello. Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, perché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine. Voi, dunque, crescete e moltiplicatevi; spandetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa».

Dio autorizza la dieta con carne, ma vieta di mangiarla con il sangue.
È una delle tante regole dietetiche che sono presenti nell’Antico Testamento.

È noto che oggi in virtù di questo comandamento i Testimoni di Geova impediscono di fare le trasfusioni di sangue. Nel Nuovo Testamento queste regole vengono ridimensionate.
Gesù chiede infatti se sia lecito salvare il proprio asino, caduto nel pozzo in giorno di sabato.
Il Suo messaggio è che Lui vuole misericordia, non sacrificio, vuole grazia, non una legge sterile, che può autorizzare un uomo lasciare morire un bambino perché ha un’emorragia.

Invece ci dice chiaramente che Lui “chiederà conto” ad ogni uomo per il sangue sparso, per i fratelli uccisi dalla nostra mano. Ci insegna che sangue chiama sangue (cioè, violenza chiama altra violenza). Se leggiamo la Legge data da Dio a Mosè, troviamo numerosi casi in cui è prevista la pena di morte come punizione alla trasgressione di un comandamento.

Quando i farisei vanno da Gesù con un’adultera e gli chiedono se devono lapidarla, come è scritto nella Legge, Gesù ancora una volta ci insegna la misericordia e la grazia. Vuole fare capire che la giustizia degli uomini è sempre ingiusta e molte volte un vero abuso.

Un cristiano non può in nessun modo essere favorevole alla “pena di morte”, infatti uccidendo una persona, gli togliamo per sempre la possibilità di pentirsi degli errori fatti, di riparare e di convertirsi ed avere la vita eterna.

Questo è il vero desiderio di Dio per ogni uomo, come scrive il profeta Ezechiele al capitolo 18, versetto 23: Io provo forse piacere se l’empio muore?», dice il Signore, DIO. «Non ne provo piuttosto quando egli si converte dalle sue vie e vive?

  • Il patto con le Sue creature.

Il patto è un accordo solenne fra persone. Questo patto con Noè è valido anche oggi.
È un impegno verso l’uomo, che dimostra la grande “pazienza“ di Dio. Dio concede all’uomo del tempo, ma la responsabilità dell’uomo è grande, perché la pazienza di Dio non è eterna.

Ricordiamo ciò che ci rivela l’apostolo Pietro nella sua seconda lettera ai cristiani dispersi in Asia.
2 Pietro 3:9 Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.

  • Il segno: L’Arcobaleno. Leggiamo Genesi, capitolo 9, i versetti da 13 a 16
    Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l’arco apparirà nelle nuvole; io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente. L’arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra».

I fossili sono un segno che il diluvio c’è stato.
L’arcobaleno è un segno che una catastrofe simile non ci sarà più.
L’arcobaleno è come un pro-memoria. Serve all’uomo, non a Dio, per ricordare.

Dio sa che noi dimentichiamo facilmente le Sue opere ed i Suoi comandamenti e per questo motivo quando fa un patto con noi spesso lascia un “segno”, come garanzia per noi. Allo stesso modo il pane ed il vino che noi condividiamo la domenica sono un segno del patto tra gli uomini e Dio, che ci ricorda gli impegni che Lui ha preso con noi e noi con Lui.

Gesù dice: “Bevete tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati.” (Matteo 26:26-28)

Se ci facciamo caso, l’arcobaleno compare sempre sul lato opposto al sole e ci dice che, anche se piove e c’è bufera, il Sole è sempre presente.

Così anche Dio è presente nella vita del credente anche in mezzo alle difficoltà di tutti i giorni.

Impariamo, ogni volta che vediamo l’arcobaleno nel cielo, a non pensare che sia solo un bel effetto della natura, ma fermiamoci, ricordiamo i patti che Dio ha fatto con noi ed innalziamo una preghiera di ringraziamento.

Nei salmi c’è scritto:
Salmo 105, versetto 8
Egli [Dio] si ricorda per sempre del suo patto, della parola da lui data per mille generazioni

Salmo 103, versetti 17 e18
Ma la bontà del SIGNORE è senza fine per quelli che lo temono, e la sua misericordia per i figli dei loro figli, per quelli che custodiscono il suo patto e si ricordano di mettere in pratica i suoi comandamenti.

Impariamo a custodire i patti che Dio fa con noi;
è il segreto per vivere una vita come Noè, che “camminava col Signore”.

Amen

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